Il Laocoonte è un gruppo scultoreo che rappresenta la storia dell’omonimo sacerdote e dei suoi figli.
La statua viene ritrovata a Roma nel 1506 nel giardino di una villa sul colle Oppio, nell’attuale via Poliziano.
Partecipano alla scoperta dell’opera numerosi artisti dell’epoca tra cui Giuliano da Sangallo e Michelangelo.
Nel 1798 Napoleone la sequestra e la porta a Parigi in quello che oggi è il museo del Louvre. Dopo la sua caduta, torna a Roma nel 1815.
Storia
Troviamo la storia di Laocoonte nell’Eneide di Virgilio.
Laocoonte, il sacerdote di Apollo, mentre coi suoi due figli è intento ad immolare un toro presso altari solenni in riva al mare Egeo, viene attaccato da due serpenti.
Siamo nel mezzo della guerra tra Troiani e Achei. Laocoonte intuisce che il cavallo abbandonato come un dono nasconde un’insidia: scaglia una lancia contro il cavallo e si accorge che oltre ad essere cavo, contiene all’interno dei soldati nascosti. Cerca a quel punto di convincere in tutti i modi i Troiani a non fare entrare il cavallo in città.
Atena, che proteggeva i Greci, manda i serpenti a punire lui e i suoi figli.
Il Laocoonte è un’opera colossale: misura ben 242 cm di altezza.
Dagli scritti e studi raccolti, gli autori dell’opera sarebbero degli scultori dell’isola di Rodi.
Rappresenta il pieno simbolo dell’arte neoclassica.
È un’opera così potente che ha ispirato moltissimi artisti fino ai giorni nostri.
Anatomicamente perfetti, i soggetti sono altrettanto espressivi. Il dolore è tangibile, il dinamismo che corpi che tentano di divincolarsi dalla morsa dei serpenti è reso nella sua massima potenza e perfezione.
Moltissimi artisti si sono ispirati a quest’opera, ne vediamo a titolo di esempio solo alcuni.
Conoscevi la storia di Laocoonte? È la metafora del dolore a cui sono condannati quelli che dicono la verità.
A costo di soffrire o di pagare direttamente per altre vie, mettere davanti la verità è sempre la migliore soluzione.
Grazie per avermi letto, alla prossima!